24 mag 2010

Sale operatorie in argento da una pratica egizia

Milano– Nasce dal metodo utilizzato dagli antichi egizi per conservare l’acqua, la sala operatoria del Duemila. Il rivestimento della struttura infatti consta nei pannelli in argento e determina una triplice azione demolitiva contro gli agenti infettanti: danneggia infatti la capsula dei batteri, non permette loro di mantenere un adeguato metabilismo e blocca i meccanismi di replicazione. 


Il problema delle infezioni in ospedale, e in particolare in sala operatoria è di primo piano per la corretta gestione dell'attività di reparto. Molte sono purtroppo le resistenze sviluppate da molti batteri che li rendono pertanto attivi e resistenti a molti antibiotici. Cio’ crea un aumento considerevole delle infezioni “ospedaliere”che risutano pertanto piu’ temibili di quelle esterne, proprio perché causate da betteri “resistenti”.

L'interessante idea è nata dal 
metodo di conservazione dell’acqua che utilizzavano gli egizi: essi infatti usavano mettere monete d’argento nelle anfore contenenti acqua e cio’ permetteva una sua corretta conservazione. Gli ioni d'argento infatti hannocapacità antimicrobiche note da tempo, sono del tutto naturali e non tossici.

I pannelli che rivestono le nuove sale operatorie “anti-microbi” sono costituiti da pannelli che includono 
argento-zeolite: le pareti di alluminio con inclusione di ioni di argento è che sono assolutamente prive di tossicità. Gli ioni d'argento, con il supporto di molecole vettori, vengono scambiati in presenza di umidità con altri ioni presenti nell'umidità stessa, e una volta rilasciati bombardano e uccidono i microbi dall'interno.

Questa metodica potra’ essere utilizzata non solo per le sale operatorie, ma anche per le camere sterili dove è necessaria l’assoluta assenza di germi contaminanti nell’aria. Cio’ permetterà a lungo termine 
una riduzione delle infezioni ospedaliere e quindi anche un notevole risparmio per la spesa sanitaria pubblica. 




Dr.ssa Radice Rossella
Gruppo di Studio Persona Salute
www.errenderre.it
Fonte: La Voce

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