30 giu 2010

Raggiunta la fine del tunnel di Seti I


Zahi Hawass accompagna gli spettatori nelle profondità del tunnel misterioso che potrebbe portare  alla camera di sepoltura di Seti I. Nessun esploratore ha mai raggiunto la fine di questo passaggio ripido, e nessuno sa perché esiste. In questo video  Hawass  discute del lavoro della sua squadra volto a scavare e ripristinare il tunnel,con la  speranza di risolvere il mistero di ciò che può trovarsi alla fine.

Cleopatra forse morì per un cocktail di droga



Non sarebbe stato il morso di un serpente, come riporta la leggenda, a causare la morte di Cleopatra, ma secondo Christoph Schaefer,storico tedesco e professore presso l'Università di Treviri,un cocktail letale di droga che ha incluso l'oppio e la cicuta.
Secondo questa tesi il morso di un aspide avrebbe dato una morte agonizzante per diversi giorni.
 "La Regina Cleopatra era famosa per la sua bellezza ed era improbabile che lei stessa si sarebbe resa oggetto di una lunga e deturpante  morte", ha detto lo studioso che ha viaggiato con altri esperti per Alessandria d'Egitto, dove ha visionato antichi testi medici .

 'Ci siamo consultati con eminenti zoologi e tossicologi, un morso di serpente sarebbe stato troppo incerto e durato  troppo a lungo.' afferma il professore.


"Probabilmente ha preso un cocktail di oppio, cicuta e Aconitum. All'epoca si trattava di una miscela ben nota che portava a una morte indolore nel giro di poche ore mentre la morte provocata da un serpente avrebbe potuto causare una agonia prolungata anche di diversi giorni e sarebbe risultata  straziante."






Dietrich Mebs, uno specialista di  veleni, pensa che il cocktail di droga fosse di gran lunga preferibile all'uso dell'aspide in quelle circostanze.. Avrebbe dovuto berlo perché non c'era un metodo  per iniettarlo a quell'epoca. ' 
Antichi testi inoltre indicano la pozione come un metodo popolare di suicidio - omicidio nell'antico Egitto.


Fonte: Telegraph.uk

22 giu 2010

Arte&Musei: apre a Roma il primo Museo egizio

Roma, 21 giu. - (Adnkronos/Aki) - Sara' presto inaugurato a Roma il primo Museo egizio della capitale. L'iniziativa e' dell'Accademia d'Egitto, un istituto che si occupa di divulgare la cultura egiziana ed araba in Italia. Come ha spiegato ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL il direttore dell'Accademia, Ashraf Reda, il progetto non prevede solo il museo, ma anche "nuove sale per le mostre di pittura dove gli artisti egiziani potranno esporre le loro opere al fianco di quelle dei colleghi italiani, una sala dedicata all'arte contemporanea egiziana, un teatro e un cinema". Il tutto dotato delle piu' moderne apparecchiature, ha precisato Reda, il quale ha ricordato che una sala sara' destinata ad esporre le collezioni personali di re Farouq I, ultimo re d'Egitto.Oltre agli spazi espositivi, saranno create una serie di strutture di servizio, come un ristorante, una foresteria e laboratori per giovani artisti. 
Ma il fiore all'occhiello del progetto e' senz'altro il Museo egizio, un'anteprima assoluta a Roma. Reda ha assicurato che lo spazio "sara' pronto tra qualche settimana" in occasione dell'80mo anniversario dalla fondazione dell'Accademia.
Saranno piu' di 120 i pezzi in esposizione, che copriranno la fase faraonica ma anche quella copta e greco-romana fino al periodo islamico. "La scelta dei reperti e' stata fatta dal ministro della Cultura, Farouq Hosni, e dal segretario del Consiglio supremo delle antichita' egizie, Zahi Hawass", ha spiegato il direttore dell'Accademia, precisando che tra i pezzi vi sono anche "oggetti provenienti dalla collezione di Tutankhamon", mentre altri sono "frutto di scoperte recenti".
Arte&Musei: apre a Roma il primo Museo egizio

19 giu 2010

Angelina Jolie sarà Cleopatra

Angelina Jolie interpreterà Cleopatra, l'ultima regina d'Egitto, in un film tratto dal libro di prossima uscita di Stacy Schiff 'Cleopatra: A Life'.
Il libro non verrà pubblicato fino all'autunno  2010, ma il produttore Scott Rudin ha già acquistato i diritti sul film, dicendo che la pellicola  'è stato sviluppata per e con Jolie'.
Schiff , l'autore , ha anche accennato a Brad Pitt come probabile coprotagonista nella parte del  generale romano Marco Antonio, fatto che rimanda alla Cleopatra del 1963  , galeotta per i due celebri protagonisti  di Hollywood Elizabeth Taylor e Richard Burton.
Angelina ha  interpretato ruoli di grandi divinità (Beowulf) e di figure mitiche (Alexander), ma Cleopatra è stata una figura reale, governando  in epoca greco-romana. C'è da dire che quanto all'aspetto , Angelina Jolie è molto più somigliante al busto di Nefertiti che alla Cleopatra VII, regina tolemaica! 


Fonte: Heritage-key


I papiri inediti del «Libro dei morti»al British Museum

LONDRA, ECCO IL LIBRO DEI MORTI DELL'ANTICO EGITTO: Al British Museum di Londra sarà inaugurata l'esposizione Viaggio nell'aldilà, il Libro dei morti nell’antico Egitto. Una mostra dal successo annunciato. 

Per tutti gli appassionati di egittologia, al di là, religioni e esoterismo non mancheranno sarcofagi dorati, statue, ma soprattutto papiri (risalenti anche a 3.500 anni fa) mai visti prima che raccontano il percorso che ogni defunto doveva compiere per guadagnarsi l'immortalità. Per chi non può raggiungere Londra un  libro dei morti  si può trovare al Museo Egizio di Torino.

Nei disegni tutti i suggerimenti per guidare le anime nel mondo dei morti. Questi  preziosissimi papiri non sono mai stati esposti al pubblico per il timore di Tra i documenti più famosi in mostra vi sarà anche Il Libro di Hunefer, un papiro del XIII secolo a. C. che racconta il viaggio nell'oltretomba del potente scriba Hunefer vissuto a Tebe durante la diciannovesima dinastia. Lo scriba sarebbe stato al servizio del faraone Seti I e avrebbe goduto di grande rispetto e stima.


Fonte: il sussidiario

8 giu 2010

Zahi Hawass: il vendicatore dei faraoni


Sono in molti ad aver aspettato il 28 maggio, data in cui il narcisistico archeologo Zahi Hawass ha compiuto 63 anni – normalmente, l’età della pensione. Ma invece di una cena d’addio, Hawass ha raggiunto una nuova posizione: il presidente Mubarak l’ha nominato vice ministro della cultura, ovvero potrà continuare a lavorare fino alla fine della sua vita.
Bisogna però dire che questo enigmatico personaggio non ha affatto solo tratti negativi. Ha veramente realizzato qualcosa. Con la sua frenetica attività di pubbliche relazioni e la sua sconfinata vanità, Hawass ha cambiato la consapevolezza dei quasi 80 milioni di egiziani e ha creato una nuova sensazione di orgoglio.


“[Prima], per i piccoli contadini, il mondo ruotava intorno a Maometto e al Corano”, dice l’egittologo Christian Loeben. “Poi è arrivato Hawass, [il quale] è riuscito a convincere ogni fellah (la popolazione rurale) che i faraoni sono parte del loro patrimonio culturale. Io lo ammiro per questo”.


Sono esattamente questi successi che stanno causando così tanti problemi ai musei di Parigi, Londra, New York e Berlino. È la tenace campagna vendicativa dell’auto-proclamato “guardiano” delle piramidi a farli tremare.
La disputa ha raggiunto un nuovo apice due mesi fa, quando Hawass tenne al Cairo la “Conference on International Cooperation for the Protection and Repatriation of Cultural Heritage“. I rappresentanti di 25 nazioni vi parteciparono per formare un fronte unito contro i paesi che sfruttano tutto il Mediterraneo e per cercare di far rimpatriare diverse opere d’arte.


Alla fine della conferenza, il padrone di casa presentò un elenco di richieste che includeva sei capolavori: il busto del “visir” Ankhaf dal Museum of Fine Arts di Boston; la Stele di Rosetta dal British Museum; il bassorilievo astrologico raffigurante uno zodiaco dal Louvre; il busto di Nefertiti dal Neues Museum di Berlino; la statua di Hemiunu dal museo di Hildesheim e la scultura di Ramses II (o Ramesse II) dal Museo egizio di Torino.( nella foto: la statua di Ramesse II al Museo Egizio di Torino (museoegizio.it)

La missione di Hawass di riportare in Egitto queste opere d’arte è però tutt’altro che facile. L’MFA di Boston è “irritato”, mentre il Louvre e il Museo egizio di Torino rifiutano di cedere. Lo scorso dicembre il Neues Museum ha mandato un suo rappresentante in Egitto con la documentazione di vecchi contratti. Indicano che “tutto venne fatto legalmente” quando il busto di Nefertiti venne trovato e venduto nel 1913.
A dire il vero, le richieste degli egiziani si poggiano su basi fragili. L’Egitto non ha alcun potere legale. Alcuni dei pezzi rivendicati da Hawass sono arrivati in Europa circa 200 anni fa, in un tempo in cui non esisteva niente di simile alla Convenzione per la protezione del patrimonio culturale mondiale dell’UNESCO.
di Aezio


Fonte: Il fatto storico 
Spiegel
Heritage Key