25 feb 2008

I templi di Luxor in pericolo

Partirà a giugno una nuova opera di recupero per salvare le fondamenta di Luxor dalle acque del Nilo, il cui livello si è innalzato in seguito alla diga di Assuan

Da trent'anni il Nilo sta distruggendo le fondamenta dei templi di Luxor, l’antica Tebe. La colpa è della diga di Assuan, a circa 250 chilometri più a sud del sito archeologico, che ha modificato l'aspetto idrico della regione. Anche se l'opera ingegneristica ha contribuito allo sviluppo dell'Egitto, da quando fu completata il livello delle acque sotterranee è salito in modo considerevole, anche a causa dell’aumento delle irrigazioni per fini agricoli. “Il risultato è che i templi di quella zona hanno subito più danni negli ultimi venti anni che nei loro precedenti tre millenni di storia, e ora versano in uno stato gravissimo”, ha commentato Jeremy Gustaffon, dell’Agenzia Americana per lo Sviluppo Internazionale (Usaid), ora responsabile di un nuovo progetto che intende abbassare il livello delle acque sotterranee di due metri in corrispondenza dei monumenti della sponda occidentale del Nilo.

L'opera di recupero dovrebbe partire il prossimo giugno, costerà circa nove milioni di dollari e dovrebbe durare 17 mesi. I lavori, finanziati dallo Usaid, riguarderanno un fronte di cinque chilometri, e vedranno coinvolti egittologi egiziani e tecnici statunitensi che dovranno calarsi a una profondità di almeno sette metri sotto il livello del fiume per installare tubature in grado di drenare le acque sotterranee e farle convergere in un canale vicino.

“Un'iniziativa simile nella stessa zona ha già messo in salvo i templi di Karnak e Luxor, sull'altra sponde del fiume”, ha spiegato Sabri Abdel Aziz, direttore generale del dipartimento di egittologia del Consiglio Superiore delle Antichità. Ora si cercherà di salvare i monumenti di Ramesseum (dedicato a Ramesse II), di Seti I, di Amenophis III e di Medinet Habu, il tempio funerario di Ramesse III, oltre a templi minori e tombe. Le costruzioni sono infatti di arenaria, una pietra porosa che assorbe l'acqua e si danneggia facilmente in queste condizioni. Aziz non scarta l’ipotesi che gli scavi possano portare alla luce nuove strutture e assicura che il turismo, principale risorsa della zona, non subirà limitazioni. (f.g.)

Fonte: galileonet

19 feb 2008

Scoperti due porti romani in Libia

PALERMO - E' iniziata in Libia l'esplorazione di due porti romani finora sconosciuti, nascosti tra le dune costiere delle spiagge della Cirenaica ad Est di Bengasi. Le ricerche sono condotte dalla missione archeologica diretta da Sebastiano Tusa e realizzata dalla soprintendenza del Mare della Regione Siciliana in collaborazione con l'università Suor Orsola Benincasa di Napoli e l'Ias di Palermo, con l'accordo con il Department of Antiquities of Libya, si "Il lavoro svolto è stato mirato - afferma una nota - anche alla raccolta di dati utili alla realizzazione di un progetto finalizzato alla conoscenza e valorizzazione dei luoghi identificati in chiave culturale e turistica in pieno accordo con le autorità libiche". Sul primo porto, nei pressi del villaggio agricolo di Hamama si è particolarmente accentrata l'attenzione degli studiosi italiani date le consistenti tracce di strutture in pietra emergenti tra la sabbia sia sulla costa che in mare. E' probabile che si tratti di uno degli antichi porti utilizzati dalla non lontana Cirene per i suoi contatti mediterranei e, soprattutto, con Roma ai tempi dell'impero. Il sito potrebbe essere identificato con Phykous, menzionato da Strabone proprio nella zona.
Fonte: Ansa
Archeogate dedica un ampio articolo all'evento.

17 feb 2008

Scoperta la tomba dell'arciere del Faraone

An intact 11th dynasty burial of a man called Iker has been unearthed in the Dra Abul Naga area on Luxor's west bank. Minister of Culture Farouk Hosni announced the discovery today, adding that the burial was found by a Spanish archaeological mission during routine excavation work in the open courtyard of TT11, the tomb of Djehuty... continua
Fonte: Guardian.net

Ritrovato a Luxor il sarcofago con l'arco e le frecce del leggendario guerriero chiamato Iqer "l'eccellente"; intatti il sarcofago e il corredo funebre Deir el Bahari

Ancora una scoperta archologica di grande valore, Egitto, dove gli scavi alla ricerca dei "tesori" dei faraoni non si fermano e continuano a riservare sorprese. È stata ritrovata la tomba del leggendario guerriero dei faroni Iqer, il cui nome significa «l’eccellente». La scoperta è stata fatta da una missione archeologica spagnola, guidata dal dottor Josè Galan, nella necropoli di Luxor (Egitto), nel cortile del grande sepolcro di Djehuty, alto dignitario della corte di Hatshepsut, una delle poche donne che esercitò le funzioni di faraone, intorno al 1.500 avanti Cristo.

Gli archeologi spagnoli hanno portato alla luce una sepoltura intatta, corredata da un sarcofago in legno dipinto, dove all’interno erano conservati tre vasi, un arco e sei frecce. La tomba risale al periodo del Medio Regno, intorno a circa 4.000 anni fa, e custodiva la mummia integra; nel rivestimento ligneo interno si legge l’iscrizione del defunto, Iqer, che significa «l’eccellente» in scrittura geroglifica: un soprannome che gli fu tributato per essere stato il miglior arciere della corte del faraone.

L’archeologo Josè Galan ha sottolineato l’importanza della scoperta: «Si tratta di un sarcofago intatto unico e sorprendente, perchè ha conservato non solo la mummia dell’arciere ma anche il suo arco e le sue frecce. Inoltre si tratta di una sepoltura della XI dinastia, cioè di un periodo della storia dell’antico Egitto di cui si conosce ben poco».

fonte: il Giornale

9 feb 2008

Scoperte in breve

Mummified dogs, among other relics unearthed in Egypt
Washington, Feb 1 (ANI): Archaeologists have unearthed an unusual grave containing mummified dogs, among four other ancient tombs holding well-preserved mummies and ornate painted coffins in El Faivum, an oasis about 80 kilometers southwest of Cairo in Egypt.
According to a report in
National geographic, the team of U.S. and Russian archaeologists stumbled upon the burials during routine work in a section of the cemetery, which was used from the early fourth century B.C. to the seventh century A.D.
One of the strangest discoveries made at the site was the non-mummified body of a child buried with several mummified dogs, a grave unlike any other yet found in Egypt.

Fonte: Thaindian news

Grim secrets of Pharaoh's city
Evidence of the brutal lives endured by some ancient Egyptians to build the monuments of the Pharaohs has been uncovered by archaeologists.
Skeletal remains from a lost city in the middle of Egypt suggest many ordinary people died in their teenage years and lived a punishing lifestyle.
Many suffered from spinal injuries, poor nutrition and stunted growth.
The remains were found at Amarna, a new capital built on the orders of the Pharaoh Akhenaten, 3,500 years ago.

Fonte: BBC News

5 feb 2008

Eternal Egypt: il progetto di un sito


Nato nel 2004 dalla collaborazione tra la Corporation americana e due alte Istituzioni governative egiziane - il Ministero delle Comunicazioni e dell’Information Technology e quello della Cultura - Eternal Egypt ospita attualmente i più importanti siti archeologici, i manufatti, i personaggi e i racconti dell’antica storia del paese che vengono proposti in un’esperienza interattiva multimediale. Il Museo Egizio di Torino è stato il primo museo non appartenente al paese nordafricano che ha aderito a quello che può definirsi come un vero e proprio ‘centro di competenza on-line’ sull’egittologia.
Tra i tesori ‘subalpini’, tutti di straordinaria importanza, può essere citata la Tomba no. 8 di Deir el Medinah, Tebe, opera dell’architetto Kha e risalente al 1400 a.C.
Scoperta ancora intatta nel 1906, il sito funerario offre uno spaccato di vita quotidiana dell’antico popolo grazie al ricco contenuto di oggetti d’uso quotidiano come letti, tavoli, sedie, vasi, statue e papiri.


Il progetto Eternal Egypt in sintesi
Eternal Egypt è un sito multilingue (in Inglese, Francese e Arabo) che utilizza le più recenti tecnologie interattive per rendere fruibile agli utenti di tutto il mondo il patrimonio culturale dell’antico Egitto. Immagini ad alta risoluzione, animazioni, ambienti virtuali, camere web e modelli tridimensionali illustrano i capolavori e i siti archeologici di differenti periodi storici: l’età dei Faraoni, il periodo Greco-Romano, Copto e Islamico. È possibile esplorare il sito grazie a un tour guidato che permette di selezionare gli highlights della civiltà e della cultura egizia; una mappa interattiva e una linea cronologica permettono di scoprire l’immenso patrimonio culturale dell’Egitto.
Il progetto ha portato sul web più di 5.000 anni di storia egizia.
Qui i visitatori possono godere della ricostruzione virtuale della tomba di Tutankhamon così come apparve nel 1922 a Howard Carter oppure ammirare il Faro di Alessandria, distrutto nel 14esimo secolo o, ancora, contemplare il volto della Sfinge come appariva 2.000 anni fa. Si possono ammirare le animazioni delle costruzioni delle Piramidi, così come scrutare in tempo reale attraverso le 4 webcam poste nei siti archeologici.Documentazione, timeline, mappe e molti altri ambienti virtuali completano la visita.


2 feb 2008

Gli anticoncezionali nell'antichità

Escrementi di coccodrillo, coloquintide selvatica...







La più antica testimonianza di un farmaco anticoncezionale proviene da un papiro medico egizio che gli esperti datano attorno al 1850 a.C. Tra le altre cose il papiro contiene i frammenti di tre ricette per la preparazione di suppositorii vaginali. La prima prescrive: "Per non rimanere incinta (...) escrementi di coccodrillo, mescolarli con pasta di pane, inumidire...". Meglio risparmiare al lettore il seguito delle ricette. Non so se lo sterco di coccodrillo sia un anticoncezionale efficace, ma credo che la sola idea di fare l'amore con una donna che avesse applicato questo farmaco, avrebbe spento gli ardori anche dell'egizio più focoso!
Eppure in un articolo apparso una ventina di anni fa su "Clio Medica", una prestigiosa rivista inglese di storia della medicina, Emil Frey si sforza di dimostrare che davvero gli escrementi di coccodrillo potevano impedire il concepimento o perché il suppositorio, bloccando il collo dell'utero, non permetteva al liquido seminale di entrare o perché alterava il pH della vagina. Sarà, ma la scelta di questo insolito ingrediente risulta meglio comprensibile alla luce del sistema magico: il coccodrillo infatti era associato con Seth, il dio che secondo gli antichi egizi aveva il potere di "chiudere" l'utero provocando emorragie e aborti e di "aprirlo" favorendo le mestruazioni, il concepimento e il parto. Non a caso l'immagine di questa divinità appare sugli amuleti uterini. Altri papiri medici egizi, risalenti al 1550 a. C., contengono ricette esclusivamente a base di erbe:

"Inizio delle ricette che sono fatte per donne per causare alla donna l'interruzione della gravidanza nel primo, secondo e terzo periodo. Frutto acerbo di acacia. Coloquintide. Datteri. Triturare e mescolare con miele. Inumidire un pessario di fibre vegetali e collocarlo nella vagina".

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di Pierluigi Lanfranchi

Fonte: Il sole 24 ore