28 mar 2010

Come gettare luce sul passato..

E tirare fuori il meglio dagli antichi reperti.
Se guardiamo una moneta antica sotto la luce ordinaria , sarà difficile mettere in evidenza tutti gli elementi della sua superficie , logorati spesso inevitabilmente dal continuo passaggio di mano in mano. Ma puntiamo un spot di luce da un lato, in modo che la faccia della moneta sia illuminata ad angolo acuto :
le ombre che ne risulteranno enfatizzeranno ogni più piccolo dettaglio. Questo è il principio di base nascosto dietro una nuova tecnica di indagine (Polynomial Texture Mapping )che aiuterà gli archeologi a rilevare indizi precedentemente invisibili ,celati sulle superfici usurate o danneggiate degli oggetti.

Il metodo di illuminazione è stato originariamente sviluppato da Tom Malzbender, uno scienziato informatico presso il laboratorio di HP a Palo Alto, in California, per generare  migliori immagini in 3-D per i giochi da Pc.
 In poche parole, il processo prevede la cattura di 30 - 50 foto digitali dell' oggetto di interesse.  Le immagini sono scattate direttamente sull'oggetto in una stanza buia. 

Anche se la fotocamera è fissa, l'oggetto viene illuminato da una prospettiva diversa per ogni scatto.  Le foto vengono poi combinate su un computer per creare un'immagine che può illuminarsi di una luce diversa a seconda delle angolazioni e rivelare così ogni dettaglio nascosto della superficie. La lunghezza d'onda di questa luce virtuale può anche essere modificato utilizzando il computer.

Per sperimentare questa tecnica , il sito della Hp permette, cliccando su una delle immagini di esempio e  usando il tasto sinistro del mouse, di modificare le angolazioni della luce e di verificare come cambia la visualizzazione dei dettagli, per ciascun reperto, da provare!

Fonte: Economist
Immagini(Hp)

9 mar 2010

Il mistero dell'arte amarniana

Il risultato più interessante emerso  dall’analisi del DNA di Tutankhamon  è sicuramente  quello per cui la malaria avrebbe giocato un grande ruolo nella morte del giovane faraone. Ma accanto a questa scoperta ve n'è un'altra molto importante che è stata da poco messa in luce.

Tutankhamon aveva un aspetto normale e  non sembra aver avuto un aspetto fisico significativamente bizzarro o femminile

Durante il regno di Akhenaton (probabilmente il papà di Tutankhamon) l'arte egizia diventò "molto strana". Lo stile  formale che gli egiziani avevano seguito per migliaia di anni venne abbandonato.  Le figure  vennero rappresentate con  teste lunghe a forma di cono, dita esili e corpi deformati.   Per la prima volta, vengono scolpite scene intime, a carattere familiare, che coinvolgono il sovrano e la sua famiglia.

  Circa un decennio fa, l'egittologo Alwyn Burridge avanzò l'ipotesi che Akhenaten e  altri membri della sua famiglia soffrissero della  Sindrome di Marfan ( una condizione che porta ad un aspetto simile a quello mostrato nell'arte di Amarna ).  Questa  condizione riguarda più l'aspetto, ma non ha alcun impatto sull' intelligenza tanto che anche il presidente americano Abramo Lincoln ne fu affetto.

Un'altra teoria, pubblicata l'anno scorso sulla rivista Annals of Internal Medicine, è che Akhenaton avesse una forma della sindrome di Antley-Bixler o una combinazione tra la sindrome di eccesso di aromatasi e la sindrome di craniostenosi sagittale.

Ma i recenti esami diagnostici escludono la presenza di alcuna segno di deformazione del cranio sia per Akhenaton che per Tut, ad eccezione forse del bisnonno di Tut ,Yuya, che mostra alcuni elementi di distorsione.

I ricercatori concludono di conseguenza che la particolare presentazione artistica delle persone nel periodo di Amarna sia  solo uno stile regale decretato probabilmente dalla riforma religiosa di Akhenaton.  È improbabile che rispecchiasse la reale conformazione fisica sia di Akhenaton che di Tutankhamon.

Fonte : Heritage key

4 mar 2010

La camera sepolcrale della regina Behenu


Un team  di scavi  francese a Saqqara, ha rinvenuto la camera sepolcrale   della regina Behenu ( sesta dinastia ), moglie di Pepi I o Pepi II. La camera sepolcrale è stato scoperta, mentre la squadra stava ripulendo dalla sabbia la piramide di Behenu nella zona di el-Shawaf ,, a Sud di Saqqara e a ovest della piramide del re Pepi I.
La camera sepolcrale  è gravemente danneggiata, a parte due pareti interne che contengono incisi i  Testi delle Piramidi. Tali testi sono stati ampiamente utilizzati nelle tombe reali - scolpite sia sulle pareti così come sui sarcofagi - durante la 5° e 6° dinastia (circa 2465-2150 AC).
Il Dr. Philippe Collombert, che dirige la missione, ha detto che ulteriori scavi all'interno della camera sepolcrale hanno condotto la squadra al sarcofago della regina. E aggiunge che, sebbene il sarcofago sia in buono stato, rimane ancora in dubbio se questa regina sia stata la moglie di  Pepi I o di Pepi II: "Si tratta di un sarcofago ben conservato di granito con inciso diversi titoli della regina, ma non dice nulla circa l'identità del marito ".
Dal 2007 la missione francese ha lavorato all'interno della necropoli di Pepi I a Saqqara, dove ha scoperto la  piramide di  Behenu lunga 25 metri e frammenti dei Testi delle Piramidi. Ha trovato  un totale di sette 'piramidi delle regine' che risalgono  al regno di Pepi I e  Pepi II - i faraoni della dinastia 6 - fin dall'inizio del loro progetto nel 1989. Le piramidi sono state attribuite alle Regine Inenek, Nubunet, Meretites II, III Ankhespepy, Miha, e a una regina  non ancora  identificata.