30 dic 2007
Egitto vuole copyright su Piramidi
«La nuova legge proibirà completamente la duplicazione dei monumenti storici egiziani», ha dichiarato alla France Presse, precisando che avrebbe portata internazionale. Il titolare delle antichità egiziane ha sottolineato che il Parlamento esaminerà prossimamente un progetto di legge redatto dal governo in tal senso. Ha inoltre affermato che questa misura non nuocerebbe agli artigiani egiziani. «L’Egitto è legittimamente l’unico detentore dei diritti di riproduzione di questi monumenti e può beneficiarne finanziariamente allo scopo di restaurare, mantenere e proteggere i monumenti egiziani», ha affermato. La legge «non proibirà» tuttavia «agli artisti egiziani o stranieri di trarre vantaggi dai disegni o dalle riproduzioni dei monumenti egiziani e faraonici, purché non ne facciano riproduzioni esatte», ha sottolineato. A suo giudizio, «gli artisti devono potersi ispirare a tutto ciò che li circonda e in particolare ai monumenti». Interpellato sul caso del Luxor Hotel di Las Vegas, che si descrive nel suo sito internet come «il solo edificio sotto forma di piramide al mondo», Hawass ha ritenuto che non si trattasse di una «copia esatta dei monumenti faraonici, malgrado la sua forma» e ha sottolineato che la sua sistemazione interna è diversa da quella delle piramidi
Fonte La Stampa
29 dic 2007
"Ho trovato la tomba del Leonardo egizio..Imhotep"
LA GRANDE CORSA
Il primo a cercarla fu il fondatore del museo egizio del Cairo, il francese Auguste Mariette, verso la metà dell‚Ottocento. Invano. Ci provò poi il successore e connazionale Gaston Maspero, anche lui destinato a fare un buco nell‚acqua. Toccò quindi al britannico William Flinders Petrie, nuovamente senza fortuna, circostanza che non scoraggiò nessuno, perché tutti la volevano e, scavo dopo scavo, ormai era diventata come il Sacro Graal. Nel 1971 l'inglese Walter Emery dichiarò di averla trovata. Si sbagliava, era un altro abbaglio preso sotto il sole rovente che infiamma le sponde del Nilo, e così la caccia doveva continuare. Ora è uno scozzese, l‚ottantenne Ian Mathieson, a dare l‚annuncio di quella che potrebbe essere la prima grande scoperta egittologica di questo secolo: «Credo di avere individuato la tomba di Imhotep». Ovvero, il sepolcro del primo e più celebre fra gli architetti, ingegneri e scienziati che lavorarono alla corte dei faraoni.
Auguste Mariette
Il primo a impegnarsi nella ricerca della tomba di Imhotep (architetto, ingegnere nonché esperto di medicina e chirurgia: viene da molti considerato il primo scienziato nella storia dell‚umanità) fu verso il fondatore del museo egizio del Cairo: Auguste Mariette (1821-1881), l‚archeologo francese a cui si deve la scoperta di Saqqara.
Gaston Maspero
Ci provò poi il successore Gaston Maspero (1846-1930), anche lui francese. E anche lui destinato a fare un buco nell‚acqua.
William Flinders Petrie
Il testimone delle ricerche passò agli studiosi britannici come William Flinders Petrie o Walter Emery. E la tomba di Imhotep diventava sempre più il Sacro Graal dei cultori dell‚antico Egitto.
articolo di MARCO ZATTERIN
22 dic 2007
I misteri di Karnak
17 dic 2007
L'arte del vetro nell'Antico Egitto
Un team di archeologi dell'Università di Cardiff, ha ricostruito un fornace per la lavorazione del vetro , di 3000 anni fa, dimostrando che i metodi di lavorazione del vetro , nell'Antico Egitto erano molto più avanzati di quanto si potesse pensare.
Si credeva precedentemente che gli Egizi importassero il loro vetro dal vicino Oriente, ai tempi del Regno di Akhenaten (1352-1336 BC), ma proprio sulla base delle tracce rinvenute ad Amarna, il team di studiosi, e in particolare il Dott Nickolson che da tempo studia in tutto il mondo i processi di lavorazione del vetro, crede che al contrario gli Egizi avessero già tutti gli strumenti per realizzarlo da soli, seguendo una serie di processi ad altissime temperature.
Fonte: Science Daily
12 dic 2007
Mummia sottoposta a Tac
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/england/london/7136135.stm
Il Segretario Generale del Supremo Consiglio di Antichità Egiziano, Zahi Hawass, ha dichiarato sabato che l’antica diga è stata trovata a pochi metri di distanza dal tempio di Karnak a Luxor, circa 5,000 km a sud del Cairo.
La scoperta è stata effettuata da un team archeologico franco-egiziano, al lavoro a Luxor dallo scorso mese di marzo.
“La diga, di 230 metri di lunghezza, fu costruita durante il Medio Regno dell’antico Egitto, per proteggere il tempio dalle piene del Nilo” ha dichiarato Hawass, sottolineando l’importanza della scoperta, che dimostra come gli antichi Egiziani fossero esperti anche nella costruzione di dighe.
La scoperta porta nuova attenzione sull’antica città egiziana, che alcuni archeologi ritenevano non avesse più alcun segreto da rivelare.
Il team ha anche dissotterrato resti di un bagno romano costruito nel I secolo d.C. ed una giara di argilla contenente 316 monete da differenti periodi storici.
8 dic 2007
Collaborazione italiana al restauro del Museo Egizio del Cairo
Questo il contenuto della dichiarazione congiunta firmata nei giorni scorsi al Cairo da vicepremier e ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, in visita di Stato in Egitto, e dal suo omologo alla Cultura Farouk Hosni. Rutelli, in mattinata, incontrerà anche il primo ministro egiziano. Il progetto - che prevede da parte italiana un impegno economico di un milione e 300mila euro - è destinato a ridisegnare uno dei più importanti musei egiziani. L'impegno - ha spiegato Rutelli in una conferenza stampa con Hosni - prevede tre aspetti. Il primo riguarda l'impiantistica del vecchio edificio; Il secondo l'allestimento di tutte le sale che sarà curato dal professor Bulian con la collaborazione dello Studio Goppion, che ha progettato la teca che ricopre la Gioconda a Louvre. Il terzo riguarda la creazione di un laboratorio di restauro in cinque settori fondamentali per la conservazione delle antichità egiziane conservate nel museo. Tra pochi giorni una delegazione italiana si incontrerà al Cairo per approfondire gli aspetti tecnici.
Fonte: Aton ra
5 dic 2007
IL Libro
Jean-Pierre Houdin "Cheope. I segreti della costruzione della Grande Piramide", Prefazione di Zahi Hawass, Ananke, Torino 2007
Sono trascorsi più di 4500 anni da quando la piramide di Cheope fu portata a termine e ancora non si sa come fu realizzata. Nessuna soluzione risponde alle domande che solleva questa costruzione di 146,70 metri di altezza (che, fino al diciannovesimo secolo, restò la più alta al mondo) su una base quadrata di 230,60 metri di lato, di 2,6 milioni di metri cubi di volume e 5.500.000 tonnellate di peso, ripartite in origine fra più di 220 corsi. Coniugando le informazioni archeologiche fornite da eminenti ricercatori con l'approccio di un professionista dell'arte della costruzione, questo libro cerca di risolvere gli interrogativi insoluti di uno straordinario cantiere, il primo nella storia, ad avere integrato nell'architettura i mezzi tecnici di costruzione. Tenendo conto dello studio dei materiali, degli utensili, dei mezzi di trasporto, della forza della tradizione umana, l'autore cerca di ricostruire le opere tecniche e le macchine che permisero la realizzazione di questo cantiere, durato 21 anni, e supportato da un'organizzazione e da una pianificazione fuori del comune.