20 giu 2008

Con il satellite scoperta nuova Sfinge

Una ripresa satellitare dell'Esa, l'ente spaziale europeo, avrebbe consentito di individuare una «seconda Sfinge» in Egitto. A sostenerlo è lo studioso torinese Diego Baratono, per il quale, in base ai nuovi dati, ad Ovest dell'altopiano di El-Giza, «esiste una struttura sotto terra fino ad oggi sconosciuta».

Secondo Baratono, egittologo autodidatta e che da anni si occupa della ricerca della «seconda Sfinge», «la configurazione strutturale del complesso individuato, è esattamente distanziato dal centro della piramide di Chefren quanto la vasca dove si trova collocata la Sfinge nota, come previsto dalla mia teoria».
«È una struttura di forma trapezoidale regolare e i suoi lati misurano circa 50 metri per 55 metri circa», dice Baratono riferendosi al complesso che potrebbe essere una struttura tombale probabilmente integra: «Questo consentirebbe una lettura maggiormente precisa di una parte della cultura sviluppata dalla civiltà nilotica dell'Antico Regno», aggiunge lo studioso che ha basato la sua teoria sulla localizzazione della «seconda Sfinge» basandosi su «punti geometrici realmente esistenti sull'altipiano di El-Giza».
Fonte: Il Tempo.it

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Per valutare in modo corretto questa teoria, seguite con attenzione la discussione che alcuni esperti del sito www.egittologia.net stanno portando avanti con l'autore, smentendolo clamorosamente. Entrate nella commnunity del sito www.egittologia.net e cercate gli argomenti "operazione sfinge 2007" e "operazioni sfinge 2008".

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Anonimo ha detto...

"Le verità scientifiche non si decidono a maggioranza". Galileo Galilei

Anonimo ha detto...

Hanno detto: "Non dare le perle ai porci"

Anonimo ha detto...

C'è anche il sito di Egittophilia.net che tratta le teorie di Diego Baratono, per avere una panoramica più completa possibile ...

Anonimo ha detto...

Dopo aver ricevuto debita autorizzazione dal Professor Paolo Trivero dell'Università "Amedeo Avogadro" di Alessandria e dal Professor Maurizio Gomez del Politecnico di Torino, si porta alla vostra conoscenza quanto segue: da recenti accertamenti "quantitativi" eseguiti presso l'Università "Amedeo Avogadro" di Alessandria dal Professor Trivero in collaborazione con il Professor Gomez del Politecnico di Torino, si può affermare con un certo margine di sicurezza, che il cosiddetto "Terzo livello" da me individuato ed esplorato in occasione di "Operazione Sfingi 2007, I - II", (l'importantissimo sito si trova ad Ovest dell'altipiano di el-Giza, ad un'altezza rispetto al Nilo di circa cento metri) presenta effettivamente una cavità sotterranea. Quella che sembrava essere soltanto una indefinibile percezione sonora, si è rivelata invece essere una concreta e sorprendente realtà. Precisamente, il vuoto ipogeo si è rilevato nel cosiddetto "II caposaldo", zona facente parte dei quattro caposaldi da me scoperti ed esplorati, delimitanti un'area posizionata alle spalle della piramide di Chefren, grande esattamente quanto lo scasso della vasca in cui è collocata la "Sfinge" nota e quindi specularmente collocata ad Ovest rispetto alla precedente area indicata. Utilizzando la tecnica di "bosing" ed analizzando successivamente l'eco prodotta dall'esperimento nominato, il Professor Trivero in collaborazione con il Professor Gomez sono riusciti a determinare l'altezza del vuoto esistente, che in quel punto si è potuto quantificare esattamente in 21,5 metri. Si precisa che l'altezza della Sfinge nota ad Est è di circa 20 metri. Si deve subito precisare, nondimeno, a scanso di equivoci e strane interpretazioni, che senza i dovuti accertamente in situ non si può ancora assolutamente affermare che l'esistenza di una seconda Sfinge sia cosa certa. I risultati delle recenti misurazioni consentono, tuttavia, di poter affermare, questo sì, che effettivamente il "Terzo livello", dopo aver accertato al di là di ogni ragionevole dubbio la presenza delle tracce di quella che si può definire una struttura ipogea (rilevazione satellitare all'infrarosso), dopo l'accertata presenza di un insediamento litico microlitico di consistente estensione (si vedano i choppers repertati) risalente al Neolitico superiore, ossia all'epoca della costruzione delle Piramidi, dopo aver determinato con certezza l'esistenza di un'area utilizzata quale cava per l'estrazione del materiale destinato con pochi dubbi all'edificazione degli edifici insistenti sull'altipiano (al proposito si veda la mia teoria sulla costruzione delle Piramidi dall'alto, erezioni di templi, di tombe e così via), è per certo un'importantissimo areale che si può contestualizzare nel quadro dipinto fino ad oggi solo parzialmente per el-Giza. Per quanto possibile, gli accertamenti interdisciplinari, vista la fisionomia sempre più delineata dell'apprestamento, proseguiranno al fine di stabilire con certezza che cosa ho effettivamente scoperto. Riassumendo, dunque, lo stato della ricerca basata su "Operazione Sfingi 2007, I - II" consente di poter affermare con certezza che il "Terzo livello" esiste, essendo un'area certamente antropizzata. Esistono con certezza le tracce di quella che sembra essere una struttura ipogea. Esiste con certezza un'industria litica microlitica risalente al Neolitico superiore (epoca della costruzione delle Piramidi) insediatasi ad Ovest di el-Giza. Esistono con certezza le tracce di cavatura di materiale litico. Esiste con estrema certezza uno spazio completamente vuoto al di sotto dello strato roccioso, apparentemente roccia in sito, ad Ovest della Piramide di Chefren, quantificabile in 21,5 metri. Nessuno, fino ad oggi, si è mai accorto di questi importantissimi particolari. Nessuno, fino ad oggi, ha mai preso in seria considerazione né questa parte dell'altipiano di el-Giza, né i risultati che fin qui ho ottenuto. Cordiali saluti, Diego Baratono.