27 ott 2010

Nuovo allestimento per la Tomba di Kha

MUSEO EGIZIO DI TORINO - La Tomba di Kha, uno dei pezzi più importanti della collezione del Museo Egizio, ha un nuovo sistema di illuminazione che rende molto più piacevole la sua visione al visitatore. E questo grazie all’intervento di un soggetto privato, Ilti Luce, esperta di applicazioni museali, che ha deciso di investire nel Museo Egizio, ovvero in cultura. Il corredo funebre dell’architetto Kha e di sua moglie Merit, preziosa testimonianza di vita quotidiana dell’antico Egitto con i suoi 504 reperti di cui è composto, sono ora esaltati da un’ illuminazione a Led dall’elevato indice di resa cromatica. Una luce, peraltro, rispettosa della materia antica e fragile di questi oggetti e altamente economica. Il Museo Egizio e Ilti Luce hanno all’attivo già un primato risalente al 1991: quando l’istituzione torinese fu riconosciuta dall’Unesco quale prima realtà museale in Italia ad adottare le fibre ottiche. Venti anni dopo, Ilti Luce ha deciso di investire sul Museo Egizio realizzando un importante intervento sulla Tomba di Kha, e partecipando così al processo di ristrutturazione del museo in corso. Al momento, infatti, i cantieri procedono a ritmo serrato: avviati a luglio 2009, si concluderanno in due tranche nel 2011 e nel 2015. Il Museo oggi si presenta come un luogo in fermento, che riesce a conciliare l’avanzamento dei lavori con l’accessibilità e la sicurezza del pubblico. Il riallestimento della Tomba di Kha è un esempio di come si stia applicando la formula ‘sala per salà: per cui si effettuano interventi mirati su singole porzioni di edificio, riallestendo parti della collezione in ambienti diversi. «Questa nuova illuminazione realizzata nella prima sala del Museo per la Tomba di Kha è un esempio della trasformazione in corso – ha detto il direttore Elena Vassilika -: le vetrine minimaliste, la luce che valorizza gli oggetti esposti con naturalezza, l’approccio che mette in risalto l’aspetto artistico oltre a quello archeologico, fanno dei reperti il punto di partenza e dello spettatore il punto d’arrivo».
ansa


Mappa virtuale


Fonte: Diretta News

4 ott 2010

Scoperta statua di Amenhotep III a Luxor

© 2010 AFP
Un team di archeologi egiziani ha scoperto la parte superiore di una statua del faraone Amenhotep III, il monarca che regnò in Egitto fra il 1390 e il 1352 avanti Cristo e secondo recenti analisi del Dna sarebbe stato il nonno di Tutankhamon.

La statua, in granito rosso di un metro e trenta centimetri di altezza e 95 di larghezza, è stata rinvenuta nel sito funerario del faraone a Kon el Hittan sulla sponda occidentale a Luxor e secondo gli archeologi avrebbe potuto misurare circa tre metri.

L'annuncio della scoperta è stato fatto dal ministro della cultura egiziano Farouk Hosny e dal capo delle antichità Zahi Hawass. La statua rappresenta Amenhotep III sul trono accompagnato dal dio Amon, uno dei più importanti della mitologia dell'antico Egitto.

La statua è "fantastica" ha commentato Hawass. "Sono visibili tutti i tratti del viso", ha spiegato il capo delle antichità egiziane, sottolineando che si tratta di una delle migliori scoperte fatte nella zona proprio per l'alta qualità della fattura.


ATS
 


Fonte: Ticinonews AFP

1 ott 2010

Adele e l'enigma del faraone


Ecco in anteprima il trailer dell'ultimo film di Luc Besson in uscita in Italia il 15 ottobre
Il corriere della sera offre la possibilità di vedere i primi 13 minuti del film in anteprima qui

IL lifting di Nefertiti


Forse lo scultore del busto di Nefertiti non potè utilizzare Photoshop ,il software più conosciuto al mondo per i ritocchi fotografici ma ricorse sicuramente alla sua abilità artistica per modificare i lineamenti  della sua regina ricorrendo a  una sorta di lifting ante-litteram  , in modo da rendere  il viso più snello, il naso più dritto e facendo scomparire rughe e imperfezioni dalla pelle. E' questo  quanto emerso dalle indagini di una  storica britannica Bettany Hughes  e annunciato al festival letterario di Woodstock.
La studiosa ha reso noto di avere partecipato recentemente alle ricerche di una squadra di specialisti che hanno sottoposto il busto di Nefertiti, l’unico monumento rimasto delle regina egiziana, a un esame con lo scanner.
Dentro alla statua della regina, che morì nel 1330 avanti Cristo a un’età frai 29 e i 38 anni, i ricercatori hanno trovato così un secondo volto di pietra.


Fonte: Blitzquotidiano