28 mar 2010

Come gettare luce sul passato..

E tirare fuori il meglio dagli antichi reperti.
Se guardiamo una moneta antica sotto la luce ordinaria , sarà difficile mettere in evidenza tutti gli elementi della sua superficie , logorati spesso inevitabilmente dal continuo passaggio di mano in mano. Ma puntiamo un spot di luce da un lato, in modo che la faccia della moneta sia illuminata ad angolo acuto :
le ombre che ne risulteranno enfatizzeranno ogni più piccolo dettaglio. Questo è il principio di base nascosto dietro una nuova tecnica di indagine (Polynomial Texture Mapping )che aiuterà gli archeologi a rilevare indizi precedentemente invisibili ,celati sulle superfici usurate o danneggiate degli oggetti.

Il metodo di illuminazione è stato originariamente sviluppato da Tom Malzbender, uno scienziato informatico presso il laboratorio di HP a Palo Alto, in California, per generare  migliori immagini in 3-D per i giochi da Pc.
 In poche parole, il processo prevede la cattura di 30 - 50 foto digitali dell' oggetto di interesse.  Le immagini sono scattate direttamente sull'oggetto in una stanza buia. 

Anche se la fotocamera è fissa, l'oggetto viene illuminato da una prospettiva diversa per ogni scatto.  Le foto vengono poi combinate su un computer per creare un'immagine che può illuminarsi di una luce diversa a seconda delle angolazioni e rivelare così ogni dettaglio nascosto della superficie. La lunghezza d'onda di questa luce virtuale può anche essere modificato utilizzando il computer.

Per sperimentare questa tecnica , il sito della Hp permette, cliccando su una delle immagini di esempio e  usando il tasto sinistro del mouse, di modificare le angolazioni della luce e di verificare come cambia la visualizzazione dei dettagli, per ciascun reperto, da provare!

Fonte: Economist
Immagini(Hp)

Nessun commento: