2 feb 2008

Gli anticoncezionali nell'antichità

Escrementi di coccodrillo, coloquintide selvatica...







La più antica testimonianza di un farmaco anticoncezionale proviene da un papiro medico egizio che gli esperti datano attorno al 1850 a.C. Tra le altre cose il papiro contiene i frammenti di tre ricette per la preparazione di suppositorii vaginali. La prima prescrive: "Per non rimanere incinta (...) escrementi di coccodrillo, mescolarli con pasta di pane, inumidire...". Meglio risparmiare al lettore il seguito delle ricette. Non so se lo sterco di coccodrillo sia un anticoncezionale efficace, ma credo che la sola idea di fare l'amore con una donna che avesse applicato questo farmaco, avrebbe spento gli ardori anche dell'egizio più focoso!
Eppure in un articolo apparso una ventina di anni fa su "Clio Medica", una prestigiosa rivista inglese di storia della medicina, Emil Frey si sforza di dimostrare che davvero gli escrementi di coccodrillo potevano impedire il concepimento o perché il suppositorio, bloccando il collo dell'utero, non permetteva al liquido seminale di entrare o perché alterava il pH della vagina. Sarà, ma la scelta di questo insolito ingrediente risulta meglio comprensibile alla luce del sistema magico: il coccodrillo infatti era associato con Seth, il dio che secondo gli antichi egizi aveva il potere di "chiudere" l'utero provocando emorragie e aborti e di "aprirlo" favorendo le mestruazioni, il concepimento e il parto. Non a caso l'immagine di questa divinità appare sugli amuleti uterini. Altri papiri medici egizi, risalenti al 1550 a. C., contengono ricette esclusivamente a base di erbe:

"Inizio delle ricette che sono fatte per donne per causare alla donna l'interruzione della gravidanza nel primo, secondo e terzo periodo. Frutto acerbo di acacia. Coloquintide. Datteri. Triturare e mescolare con miele. Inumidire un pessario di fibre vegetali e collocarlo nella vagina".

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di Pierluigi Lanfranchi

Fonte: Il sole 24 ore

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