8 gen 2008

Il 2007 è stato un ottimo anno per l'egittologia



Hatshepsow
In primo piano, oltre alla assai pubblicizzata autopsia di Tutankhamen, l'identificazione della mummia della regina Hatsheput, avvenuta grazie a un frammento di un dente; ma l'elenco è assai più lungo. Una spedizione belga ha scoperto infatti a Qurta delle pitture rupestri di epoca predinastica; a Deir el Barsha è stata trovata una camera funeraria intatta di un cortigiano del Secondo Periodo Intermedio: nel corredo del defunto, delle statuette estremamente rare. Inoltre, sono state portate alla luce le rovine della fortezza di Tharo, che difendeva l'ingresso al delta del Nilo, mentre per quel che concerne i restauri, il più importante è quello della piramide di Zoser, a Saqqara.


Zahi Hawass
Il capitolo delle controversie museali è dominato dal rifiuto del British Museum di cedere in prestito la Stele di Rosetta per una mostra al Cairo; silenzio invece su un altro rifiuto - tedesco - di restituire il busto della regina Nefertiti. Il responsabile del Consiglio Supremo dell Antichità (Csa) egiziane, Zahi Hawass (che con le sue campagne di marketing è il protagonista del boom recente dell'egittologia nel mondo) ha minacciato di mettere il veto alle missioni archeologiche tedesche in Egitto. Berlino ha risposto proponendo uno scambio: 90 (novanta) mummie in cambio della scultura; un'offerta respinta da Hawass sulla base del fatto che non si tratta neanche di mummie appartenenti a famiglie reali (la morte rende tutti uguali, la mummificazione evidentemente no).

Per il 2008, il Csa ha intenzione di insistere su alcune polemiche proposte quali l'ergastolo per chi danneggi il patrimonio archeologico o anche semplicemente si provi a scalare una piramide, e la creazione di un copyright sulle immagini dei monumenti: sperando che il nuovo anno porti con sé altre scoperte.

Roma, 4 gen. (Apcom) - Fonte: Aton - ra

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